Melasma, cosa sono le macchie post gravidanza e come è possibile curarle

Il melasma, ovvero quelle macchie sulla pelle che possono formarsi durante la gravidanza e subito dopo, può essere imbarazzante. Non è però così impossibile risolvere.

La fase post gravidanza può comportare cambiamenti importanti, legati non esclusivamente alla gestione del neonato e alla fatica che questa può generare. Si tende infatti spesso ad avere fretta di tornare al fisico che si aveva prima di restare incinta, ma non bisogna in questo caso lasciarsi prendere dalla frenesia, ogni donna infatti può avere i suoi tempi pur senza sentirsi sbagliata.

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Tante donne notano la comparsa del melasma durante la gravidanza e subito dopo – ilecce.it

C’è per un “effetto collaterale” che possono avere in tante e che può creare imbarazzo quando si entra a contatto con gli altri: il melasma, conosciuto anche come cloasma gravidico maschera gravidica, che consiste nella formazione di chiazze rosse o scure in particolari zone del viso, a volte visibili anche nel corso dei nove mesi di gestazione.

Melasma post gravidanza: una situazione comune

Chi ha da poco partorito e scopre tracce di melasma sul suo viso non deve pensare di essere diversa dalle altre donne, si tratta infatti di una situazione più frequente di quanto si possa pensare, legata alla maggiore quantità di estrogeni e progesterone che si verifica in questo periodo. La loro azione combinata porta infatti a uno sviluppo accelerato dei melanociti, le cellule che si occupano di produrre melanina.

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Cosa causa il melasma dopo la gravidanza (ilecce.it)

Durante la gestazione la melanina, che si occupa della pigmentazione della pelle, si deposita in modo non uniforme, situazione che porta proprio alla comparsa a livello epidermico di queste macchie ritenute antiestetiche. Molti tendono ad associare questo disturbo, che non ha comunque effetti a livello organico, all’esposizione al sole, al punto tale da sconsigliare di abbronzarsi quando si è incinta, ma questo potrebbe verificarsi a prescindere. Ci sono infatti dei fattori che possono aumentarne le possibilità, tra cui la pelle scura, condizione che porta già di natura a sviluppare una maggiore quantità di melanina.

Tante gestanti decidono di attenuare il problema effettuando uno scrub cutaneo, azione utile in ogni periodo della vita per eliminare le cellule morte, ma che quando si è in dolce attesa andrebbe fatta con maggiore cautela. Farlo non è sbagliato, ma si dovrebbero prediligere prodotti non troppo aggressivi, contenenti preferibilmente granuli di jojoba, ad azione emolliente e idratante. In caso contrario, infatti, la situazione potrebbe addirittura peggiorare.

Risolvere non è impossibile

Chi si sente a disagio nel mettere in evidenza le macchie provocate dal melasma potrebbe essere interessato a sapere se sia possibile fare qualcosa di concreto per prevenirle. Evitare a priori di averlo non è possibile, ma si può cercare di ridurne l’impatto.

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Come rimediare al melasma (ilecce.it)

È quindi consigliabile:

  • ridurre il più possibile l’esposizione al sole, almeno nelle ore più calde;
  • utilizzare cosmetici di qualità e non aggressivi per la pelle;
  • lavare il viso e il corpo con un detergente delicato, uno troppo aggressivo può seccare l’epidermide;
  • scegliere una crema solare che garantisca una protezione adeguata al proprio tipo di pelle (da applicare anche se si deve stare per qualche ora al sole, non necessariamente per abbronzarsi al mare);
  • ridurre il più possibile la ceretta o la rimozione di peli superflui sul viso. Quest’azione può irritare una cute che è già di per sé più sensibile.

Nella maggior parte dei casi il cloasma gravidico o melasma si forma su viso e petto, chi ha angiomi o lentiggini potrebbe notare come questi possano diventare più scuri. Si tratta comunque di formazioni benigne, che non generano disturbi né pruriti di alcun tipo. Non sono poche le donne che potrebbero vedere i capezzoli e le areole diventare più scuri. A questo potrebbe aggiungersi anche la formazione della cosiddetta “linea nigra“, una linea scura verticale che percorre l’addome dalla base dello sterno fino al pube o in alcuni casi dall’ombelico al pube. Tutto può comunque risolversi in maniera naturale nell’arco di pochi mesi dopo il parto.

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